sabato 28 dicembre 2019

"La città delle ragazze" di Elizabeth Gilbert | Recensione





La città delle ragazze

Elizabeth Gilbert








Rizzoli
Prezzo copertina 20,00€






"[...] Ma la vita se ne infischia delle tue regole o di ciò che credi. Lei non segue un unico binario [...]. Non è mai come te la aspetti. Per lei le nostre regole sono fumo. A volte la vita capita [...]. E noi dobbiamo continuare a viverla, al meglio delle nostre possibilità."




TRAMA


Feste strepitose, attori seducenti, dive egocentriche e poi musica, risate, luci che si accendono. Vivian Morris ha novantacinque anni, ma se chiude gli occhi torna a essere la diciannovenne che dopo un fallimentare tentativo al college si è ritrovata a sbirciare dietro le quinte del vivace e sgangherato teatro gestito da sua zia Peg. L'anno è il 1940, la città New York, gli ambienti sono quelli del Lily Playhouse, un odeon pazzo dove le ragazze in cerca di fortuna si offrono al mondo, all'arte, agli uomini. Vivian inciampa in questo fiume in piena e ne è trascinata via, complice il fascino di Celia, soubrette dal corpo meraviglioso e con la voce cupa da gatta randagia. Mentre la ragazza scopre di avere un talento come costumista, zia Peg la accoglie nel suo regno esploso, al centro della città più sognata e ai margini della sua ricchezza. Dove bisogna scrollarsi di dosso la provincia impressa nel passo e negli occhi. "La città delle ragazze" è la storia di un'educazione sentimentale gioiosa, la rappresentazione di un universo che non teme di mostrarsi famelico, rumoroso, fragile e mosso da un'inquietudine costante.



RECENSIONE


La città delle ragazze presenta un ritmo molto lento all'inizio, per poi dare largo spazio a un messaggio molto bello da trasmettere.

Una delle protagoniste principali è Vivian Morris, un'anziana signora che si vede recapitare una lettera da parte di Angela con – tra le altre - una richiesta all'apparenza molto semplice: “ […] cos'era lei di preciso per mio padre”. Qui Vivian non si limita a dare una risposta approssimativa, ma parte a raccontare la sua vita da quando nel 1940 ancora giovanissima e inesperta della vita si trasferisce a New York e entra nel mondo nel teatro di zia Peg.
Le giornate sono dettate da lavoro, fatica, dubbi, problemi, paura, ma anche amicizia, amore, sesso, alcool. Vivian ripercorre la sua giovane età con parsimonia e non lascia nessun dettaglio al caso. Nel raccontare ricorderà persone a cui era particolarmente legata e che ammirava, come la famosa attrice Edna Parker Watson e suo marito Arthur che entrarono a far parte del cast del Lily Playhouse portando un'ondata di aria fresca – per nulla facile con una guerra in corso -, di zio Billy ancora ufficialmente sposato con zia Peg, ma di fatto separati e che fa decollare il teatro con la commedia Le città delle ragazze, di Anthony con cui ebbe una relazione, di Celia che al tempo diventò la sua migliore amica, di Marjorie con cui ha condiviso anche l'attuale abitazione per molti anni cimentandosi nella realizzazione di abiti da sposa, di Walter suo fratello ed infine il padre di Angela, con cui aveva un tipo di rapporto molto speciale.

Tecnicamente parlando, per una buona parte – e intendo quasi il 60% del libro – il ritmo del racconto è molto lento e in sostanza non succede molto. Spesso alcuni dialoghi si potevano evitare e molte sono le frasi scritte tra parentesi: erano fastidiose perché potevano essere tranquillamente parte integrante del testo.
Con l'entrata in scena di zio Billy ed Edna si percepisce un leggero cambio di direzione fino ad arrivare agli ultimi capitoli costernati da eventi, pensieri, riflessioni e messaggi tra le righe.

Questo libro è bello, perché durante il racconto si percepisce il cambiamento di Vivian. Ha commesso errori, è stata troppo precipitosa, è caduta in basso, ma non si è mai arresa. Dopo un primo momento di sbando si è rimboccata le maniche e ha proseguito la sua vita come le dettava la sua testa e il suo cuore. È andata contro i pregiudizi, non si è fatta mettere i piedi in testa, ha dato anima e corpo a ogni impresa in cui si è presa carico. Ha perso di vista persone a cui era molto legata, non ha potuto dare la sua versione dei fatti dopo uno scandalo di cui era protagonista e ha visto morire molti suoi cari. Tutto questo senza mettere in secondo piano sé stessa e rinunciare ai suoi desideri.
Il fatto che più della metà il libro sia molto lento fa un po' storcere il naso, perché probabilmente alcuni fatti si sarebbero potuti riassumere molto brevemente e dare più spazio ad altro, ma Elizabeth Gilbert ha uno stile di scrittura talmente pulito e semplice che è una condizione sopportabile, quindi voglio dare più peso a questa caratteristica.
Altro fattore positivo è che ogni personaggio ha il suo ruolo, proprio come in un teatro: che sia il protagonista principale o una semplice comparsa calcano il palcoscenico con determinazione. Dispiace che alcuni di loro spariscano quasi all'improvviso, ma non capita anche nella vita reale fatti di questo genere? Quindi, per quanto il lettore sia curioso, dispiaciuto e vuole sapere molto di più si deve accontentare di quello che Vivian ci racconta.
Un plauso particolare va anche al personaggio di Olive, l'aiutante tutto fare di zia Peg: non sottovalutate questa donna, ha un ruolo molto importante e detto tra noi, ha salvato la pelle a un sacco di personaggi nel libro, quindi molto rispetto per lei.
Altro argomento presente è quello che riguarda la sessualità dei personaggi. Ancora oggi ci sono fin troppi pregiudizi e troppi tabù ancora da sfatare. Il sesso è uno degli argomenti più discussi in assoluto, ma spesso si parla senza sapere, con preconcetti assurdi, quando invece ogni persona è libera di viverlo a modo suo. Non si giudica nessun tipo di comportamento, perché un conto è vederlo in terza persona, un conto è viverla sulla propria pelle. Quindi sì, qui il sesso è presente non con scene esplicite da rendere questo libro erotico, ma si capisce perfettamente che è una presenza.

Stile fresco, sviluppo un po' turbolento all'inizio ma si impenna verso la fine e personaggi molto caratteristici fanno di La città delle ragazze un libro all'apparenza leggero, perchè in realtà come messaggio finale è quello di vivere la propria vita, sapersi anche adattare, ma mai farsi sottomettersi da nessuna avversità o momento triste della vita. Tutto si può risolvere, basta avere la determinazione a non farsi abbindolare da chi ci vuole vedere perdere.


VOTO FINALE
4/5
⭐⭐⭐⭐
BELLO


Alla fine ho deciso di non dare molta importanza alla lentezza iniziale, perchè il recupero alla fine è di non poco spessore.


Per oggi è tutto.
Grazie per l'attenzione ♥ 
Alla prossima.
Saluti ♥ 

La Cantina dei Libri
Federica




Questo è solo un umile pensiero puramente personale, non necessariamente condiviso.


A prescindere dal voto finale consiglio sempre la lettura di tutti i libri, perché ogni persona ha gusti e pensieri diversi.


I commenti sono ben graditi, purché sia vigile la buona educazione.


Grazie ♥ 

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