giovedì 27 agosto 2020

"Americanah" di Chimamanda Ngozi Adichie | Recensione


Salve lettori e lettrici ♥

È sempre difficile parlare di un libro che colpisce nel profondo. Le parole sono affollate nella mente, le emozioni sono ingestibili e tutto questo caos ti sconquassa il cervello in una maniera indescrivibile.

Oggi vi vorrei parlare di Americanah, focalizzandomi principalmente sulle emozioni provate.


foto via Instagram

Americanah

Chimamanda Ngozi Adichie

Einaudi

Prezzo copertina flessibile: 15,00€



C'era qualcosa di sbagliato in lei. Non sapeva cosa fosse, ma c'era qualcosa di sbagliato. Una fame, un'inquietudine. Una conoscenza incompleta di sé. Il senso di qualcosa di più lontano, che non poteva afferrare.”



TRAMA

Ifemelu ha una borsa di studio a Princeton ed è l'autrice di «Razzabuglio», un blog di largo seguito che denuncia con pungente leggerezza i pregiudizi ancora diffusi negli Stati Uniti. Ne ha fatta di strada da quando, tredici anni prima, appena arrivata dalla Nigeria, faticava a pagare l'affitto e si sforzava di adeguare accento e aspetto agli standard americani. Eppure c'è qualcosa che Ifemelu non riesce a dimenticare. In fondo al cassetto della memoria conserva ancora il ricordo di Obinze, il ragazzo voluto fin dal primo istante e poi lasciato senza una spiegazione, con un taglio netto frutto della vergogna. Tornare indietro nel tempo è impossibile, ma non nello spazio. Contro il buon senso e il parere di tutti, Ifemelu sale su un aereo per Lagos intenzionata a riprendere il filo di una storia interrotta.


COSA NE PENSO

Ifemelu sogna l'America, ma quando la raggiunge – non senza difficoltà – si trova davanti ad una realtà diversa da quella che si aspettava e il peso della delusione è talmente grande che ogni pensiero le crolla addosso come un macigno.

Non è tutto oro quel che luccica e le ingiustizie incombono anche in questo continente, per il colore della sua pelle, la corporatura, le usanze, la lingua parlata, i capelli, il modo di vestire… sembra che tutto in lei debba cambiare per adattarsi a questa nuova realtà, sia in ambito scolastico sia in ambito lavorativo. 

Un fatto davvero ingiusto e vergognoso da parte di un uomo abominevole l'ha fatta allontanare dal suo amore rimasto a Lagos, Obinze. Si è chiusa in sé stessa incapace di reagire per tutto il male che è costretta a subire.

È difficile, ha troppe cose a cui pensare e per un periodo si lascia trascinare dall'esistenza.

Frequenta altri ragazzi di cui Blaine e Curt che hanno una parentesi importante nella sua vita, ma c'è sempre qualcosa che non va, qualcosa che manca e quando Ife ritorna a Lagos, ritrova quel pezzo mancante non senza ulteriori ostacoli.

Temi come il razzismo, le discriminazioni e le ingiustizie sono affrontati con una maestria indescrivibile. Chimamanda sceglie uno stile di scrittura molto semplice e il punto di vista di Ifemelu – con qualche eccezione di Obinze - per sviscerare durante il romanzo verità, ingiustizie e sentimenti da far rabbrividire anche i più apatici. Ci sono le voci da parte di chi attua il razzismo e i silenzi e le grida di chi lo subisce.

Pagina dopo pagina il lettore conosce sempre di più Ifemelu e le persone che gravitano attorno a lei, mettendo a nudo paure, insicurezze, sbagli e sentimenti.

Americanah ha scalfito nel mio essere tante riflessioni.

Tutti siamo diversi esteriormente, ma allo stesso modo siamo simili a livello emotivo: tutti abbiamo i nostri problemi che non ci fanno dormire la notte, i nostri dubbi e le nostre paure; tutti abbiamo sogni nel cassetto che desideriamo con tutto il cuore esaudire, tutti abbiamo a che fare con emozioni forti e ci sentiamo vulnerabili davanti a qualcosa che non possiamo o non riusciamo a gestire.

Americanah lascia tanto, troppo da riuscire a mettere tutto nero su bianco.

Per tutto il tempo della lettura ho capito quanto poco sapevo del razzismo, di cosa per me non fosse così discriminante ma in realtà chi lo subisce lo è eccome, di come le scelte sbagliate possono avere conseguenze pesanti, di come non parlare non è la soluzione ai problemi, di come l'amore quello vero può aiutare, di come non arrendersi, di come lasciarsi trascinare dagli eventi, di come le emozioni non abbiano uno schema preciso, di come gli stereotipi siano il male del mondo, di come a volte il tempo aggiusta le ferite.

Il finale aperto mi ha lasciata con emozioni contrastanti, perché noi lettori/lettrici sognanti speriamo in quello che sarebbe la degna conclusione della storia, eppure non ci è dato saperlo. Nonostante le numerose domande che sorgono spontaneamente, questo finale aperto funziona.

Unico piccolo appunto di dispiacere è l'aver lasciato da parte personaggi come zia Uju e la madre di Obinze nella seconda metà del romanzo quando all'inizio Chimamanda ce li aveva fatti conoscere per bene. Anche Dike – il cugino a cui è molto legata - è sempre rimasto un po' un personaggio secondario e mi dispiace che non si sia fatta più chiarezza sul suo conto.


Concludo dicendo che Americanah apre gli occhi, smentisce dicerie e conferma altri aspetti su temi molto importanti e non appena si gira l'ultima pagina del libro si sente subito la mancanza di Ifemelu, Obinze, Dike, zia Uju e di tutti i personaggi che hanno avuto un ruolo sia principale sia secondario in questo romanzo.


Americanah è un viaggio in cui il lettore deve destreggiarsi tra emozioni contrastanti, paure, dubbi, problemi di vita quotidiana e realtà ancora troppo messe a tacere, ma è sempre presente quel senso di speranza che fa andare avanti.


VOTO FINALE

4 e mezzo / 5

⭐⭐⭐⭐ e mezzo

BELLISSIMO



Per oggi è tutto.
Grazie per l'attenzione ♥ 
Alla prossima.
Saluti ♥ 

La Cantina dei Libri
Federica




Questo è solo un umile pensiero puramente personale, non necessariamente condiviso.
A prescindere dal voto finale consiglio sempre la lettura di tutti i libri, perché ogni persona ha gusti e pensieri diversi.
I commenti sono ben graditi, purché sia vigile la buona educazione.



Grazie ♥ 

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