mercoledì 4 gennaio 2023

"Femminili singolari" di Vera Gheno | Recensione

foto via Instagram



Femminili singolari

Vera Gheno

effequ

prezzo copertina: 16,00 €



RECENSIONE


La lingua ha il compito di descrivere la realtà e ogni questione linguistica nasconde innumerevoli dispute, perché nulla è come sembra. La lingua cambia, si adatta nel tempo e nello spazio per essere il più possibile affine alla realtà che ci circonda ed enti come l’Accademia della Crusca hanno il compito di riferire la realtà linguistica – non di prescriverla.

A molte persone il cambiamento spaventa e non è da biasimare, ma quando si “mette in pericolo la purezza della lingua” il dibattito è sempre più acceso di altri.

Ultimamente si discute molto sulla declinazione al femminile dei lavori svolti – appunto - dalle donne, pensando sia una “lamentela delle femministe di oggi”, ma pochi sanno che l’origine risale a un documento di Alma Sabatini datato 1986-1987. Il dibattito, però, non è per tutte le mansioni.

Perché per infermiera, maestra, cuoca, nuotatrice, segretaria non si è mai detto nulla, mentre per ministra, sindaca, rettrice, architetta c’è chi storpia il naso, si volta dall’altra parte e si esprime con un sonoro: “suona male, non si può sentire”?

Parte della risposta è la seguente.

Questo astio è tipico di una società ancora legata alla tradizione, che vuole la donna rilegata al ruolo di moglie, madre, volta alla pulizia, alla cura e all’assistenza di chi comanda. Quando, però, la donna riesce a raggiungere ruoli di alto livello sociale, ci sono queste diatribe, perché non si accetta che anche lei possa ricoprire cariche istituzionali e di prestigio – perché è questo il nocciolo della questione. Come già detto, la lingua non è “pura”: è influenzata dalla storia, dalla quotidianità e ne assorbe il valore. Se “suona male”, è solo per una questione puramente soggettiva, di abitudine e non resta che far entrare nel quotidiano parole che già esistono sul dizionario – non si sta inventando nulla, non sono parole nuove, sono semplicemente usate raramente (e se anche voi siete fermi a petaloso, vi consiglio vivamente di leggere il saggio).


Femminili singolari è un saggio davvero molto interessante che con maestria e professionalità argomenta la questione sopra citata, approfondendo anche il discorso dello “schwa” – di cui l’edizione ne fa uso.

Ho trovato molti spunti interessanti e grande plauso alla pacatezza con cui Vera Gheno ha risposto nel capitolo dedicato ai commenti provocatori e alcuni ignoranti – perché non sapere le regole grammaticali basi della nostra lingua madre...c’è un problema. Questa parte a lungo andare l’ho trovata un po' ripetitiva e il capitolo del femminicidio è stato sì efficace, ma breve. Il messaggio che vuole mandare, però, è chiaro: il femminismo parte anche dalle parole e declinare al femminile un lavoro vuol dire dare dignità alla persona e riconoscere il suo ruolo e la sua esistenza.



VOTO FINALE

⭐⭐⭐

3 E MEZZO/5

BUONO




Per oggi è tutto.
Grazie per l'attenzione ♥ 
Alla prossima.
Saluti e buona lettura ♥ 

La Cantina dei Libri
Federica




Questo è solo un umile pensiero puramente personale, non necessariamente condiviso.
A prescindere dal voto finale consiglio sempre la lettura di tutti i libri, perché ogni persona ha gusti e pensieri diversi.
I commenti sono ben graditi, purché sia vigile la buona educazione.


Grazie ♥ 

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