Un uomo solo
Christopher Isherwood
Adelphi Edizioni
prezzo copertina: 12,00€
Traduzione di Dario Villa
“In tutte le vecchie crisi, degli anni Venti, degli anni Trenta, la guerra – ciascuna delle quali ha lasciato tracce in George, come una malattia -, quello che gelava il sangue era la paura dell’annientamento. Ora ci portiamo dentro una paura ben più terribile, la paura di sopravvivere.”
RECENSIONE
Quando
lessi questo libro la prima volta anni fa a onor di onestà non mi
fece impazzire. Capii il concetto e il fine, eppure mi lasciò
tiepida.
Da un paio di giorni a questa parte, però, questo
libro continuava a saltarmi all'occhio senza capire il motivo. "L'ho
già letto, perché continua a perseguitarmi?" mi chiedevo. Io
non credo nel destino scritto o ai segnali da chissà quale entità
esterna, però mi sono decisa di rileggerlo e finalmente ho capito
tutto.
Alla
prima lettura non ero pronta ad accogliere tale struggente
bellezza.
Nell'arco
di ventiquattro ore assistiamo il professore George che si
aggrappa alle poche luci della vita da cui allo stesso modo ne
mantiene la distanza per ritornare nell'oscurità, perché il suo
amato Jim è morto e nonostante voglia concentrarsi sul
presente, il passato non gli dà pace.
Si cala nel ruolo che la
società gli ha affidato, si impone di coinvolgere ed essere
coinvolto dal mondo esterno, eppure il suo cuore rimane passivo.
“Jim non sostituiva niente. E se permettete, un sostituto per Jim non esiste.”
Un
racconto intimo e struggente di un uomo maturo che si sente solo, che
cerca in tutti i modi di sopravvivere e quando sembra possa avere
ritrovato lo spirito, la vita giocherà la carta più spietata.
È
un ritratto tanto drammatico quanto poetico di una persona che ha
perso quello che più le era caro e che trovandosi in balia della
tempesta non può fare altro che lasciarsi trascinare, perché a
opporre resistenza sembra impossibile.
Il professor George
è l'incarnazione di tante persone che si sono sentite sole in
passato, che si sentono sole nel presente e che purtroppo si
sentiranno sole nelle generazioni future. Il paradosso sta che in
questa solitudine vi appartengono tantissime persone, più di quando
siamo disposte ad ammettere e l'aspetto ancora più ingiusto è che
il più delle volte non ce ne rendiamo nemmeno conto.
“Quindi ora si applica coscienziosamente a pensare ai loro pensieri, a entrare nel loro umore. Con l’abilità di un veterano, si spalma rapidamente il make-up psicologo adatto al ruolo che deve interpretare.”
Lo
stile di scrittura si destreggia tra la semplicità e il dettaglio,
lasciando a chi legge il compito di emozionarsi per questo piccolo
gioiello cartaceo.
“Hanno paura di ciò che sentono aggirarsi nell'oscurità intorno a loro, di ciò che da un momento all'altro può emergere nella luce inequivocabile delle loro lampade, e che non si potrà più ignorare né cancellare con una spiegazione. Hanno paura del nemico che non entra nelle loro statistiche, della gorgone che rifiuta la chirurgia plastica, del vampiro che beve sangue con schiocchi rumorosi, incivili, della bestia nauseabonda che non usa i loro deodoranti, dell'innominabile che malgrado tentino di zittirlo insiste a dire il suo nome.
Con tutti i mostri che ci sono, pensa George, hanno paura del più piccolo: di me.”
GIUDIZIO FINALE:
MERAVIGLIOSO
Grazie per l'attenzione ♥
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