venerdì 2 agosto 2024

"Più forte di ogni addio" di Enrico Galiano | Recensione

foto via Instagram







Più forte di ogni addio

Enrico Galiano


Garzanti


prezzo copertina (edizione in foto): 17,90€











RECENSIONE


Quando un libro ti delude dopo averci alimentato tutta una serie di aspettative non è mai facile da gestire, ma andiamo con ordine.

Dell’autore avevo letto in passato Eppure cadiamo felici e mi era piaciuto moltissimo. Poi con Tutta la vita che vuoi mi era piaciuto il concetto di base che voleva far passare, nonostante la storia fosse molto in bilico e ho deciso infine di recuperare questo titolo che purtroppo contro ogni aspettativa non mi ha convinta.


Michele Strada ha perso la vista a causa di un brutto incidente quando aveva 13 anni, proprio nello stesso giorno in cui era stato preso come portiere dell’Udinese. Il suo sogno si è frantumato in mille pezzi quella maledetta sera, eppure lui non si è mai fermato a piangersi addosso e ora che è all’ultimo anno delle superiori riesce per sino prendere il treno per la scuola da solo. È proprio su questo treno che un giorno si imbatte in un profumo particolare e scopre appartenere ad una ragazza. Michele e Nina iniziano così a conoscersi, ad amarsi andando oltre ai limiti, fino a quando una rivelazione fa crollare tutto il castello costruito.


Lo stile di scrittura semplice e lineare tipico dello scrittore riesce a far girare pagina dopo pagina chi legge perché la curiosità è alta, ma dopo il plot twist che avrebbe dovuto sconvolgere la lettura mi ha lasciata un po' perplessa. L’interesse è calato, perché chi ha già letto qualcosa di suo o ha una buona intuizione in materia un po' se lo aspetta quel cambio di programma. La discesa prosegue a circa metà del libro con tutta la risoluzione del caso e di alcuni avvenimenti che ho trovato parecchio problematici.


A seguire faccio SPOILER perché non riesco a tenermi dentro tutte quelle domande, quindi, per chi non volesse sapere, deve proseguire dopo FINE SPOILER.









SPOILER – SPOILER – SPOILER – SPOILER – SPOILER – SPOILER – SPOILER - SPOILER


Il plot twist che avrebbe dovuto ribaltare la trama non è poi così impensabile. Anzi, era parecchio intuibile che Nina c’entrasse con l’incidente, ma a tal proposito mi sorgo dei dubbi. A livello di indagine, non si erano mai prese le impronte digitali? Davvero non si era mai presa in considerazione questa pista? E dichiarare il falso non è reato?

Mi ha fatto storcere parecchio il naso soprattutto le sue azioni dopo la dichiarazione. Lei per prima aveva detto a Michele di dimenticarla e lui per un primo momento è stato freddo e impassibile al fine di rimanere arrabbiato con lei (qui ho tifato per lui, mi è piaciuta la sua determinazione), ma poi di punto in bianco se ne esce fuori con la solita storia dell’essere destinati a stare insieme, di essersi incontrati per un motivo e questo, seppur nel modo peggiore, era l’unico modo che il destino aveva in serbo per loro. Eh, no, qui non ci siamo proprio. Se fosse stato il contrario, si sarebbe urlato allo scandalo contro l’insistenza dell’uomo; invece qui sembra che la ragazzina possa insistere e far cambiare idea a Michele senza problemi. Lei è la causa della cecità del ragazzo e lui deve accettare le sue scuse, non essere arrabbiato e infine mettersi obbligatoriamente con lei? Sul serio? E il suo pensiero non conta?

Premettendo che io non sono del mestiere e non voglio fare della terapia l’unica soluzione ad ogni problema, ma questa ragazza con tutto il bene del mondo ha davvero bisogno di essere seguita; è un personaggio che non manda poi così tanti segnali positivi. Inevitabilmente ha dei traumi da gestire e da superare – la morte del padre prima e l’incidente dopo -. Va bene che da giovani si fanno cavolate, ma quelle che compie lei sono ai limiti, perché buttarsi della candeggina sugli occhi per diventare cieca sia per il senso di colpa sia perché voleva capire come essere ciechi...mi sembra troppo su cui poter sorvolare. A livello penale poi lei non ha nessuna conseguenza? Il caso è chiuso? Lei se ne può andare in Belgio dai nonni portandosi appresso Michele? Ok, sono maggiorenni, ma non sembra tutto troppo a lieto fine e con la fuga come soluzione?

Anche sulla cecità di Michele avrei delle domande. Interessante e di buon esempio che lui stesso non si pianga addosso e riesca a reagire, però mi sembra che tutto sia troppo facile. E come fa a usare il cellulare, scrivere i messaggi e fare le ricerche al computer da solo? Se ci fosse stata scritta anche una sola semplice riga di spiegazione come ad esempio: “Michele ha i dispositivi impostati al fine che li possa usare senza problemi”, sarebbe stato un problema in meno, ma più di qualche volta il dubbio assale e mi sembra strano che nessuno si sia accorto di questa lacuna. Usa i messaggi vocali, perfetto, ma spesso viene usato proprio il verbo “scrivere” e come fa?

Anche sugli altri personaggi avrei da obiettare. C’è un professore dichiaratamente misogino che dispensa consigli a Michele su come conquistare le donne (e infatti rimarca ogni tipo di stereotipo sbagliato possibile esistente), l’amico Carlo descritto come quello lo sciocco del villaggio che il più delle volte si dimentica di avere un amico cieco, una tatuatrice che basta il tempo di un tatuaggio per farsi dire vita, opere e miracoli da Nina e diventano migliori amiche e la appoggia in ogni cosa, rispettivi genitori che si comportano più da infantili che da adulti… Mi dispiace, non riesco proprio a lasciarmi coinvolgere da questa storia.


FINE SPOILER - FINE SPOILER - FINE SPOILER - FINE SPOILER - FINE SPOILER -





La mia non vuole essere una recensione arrabbiata, sono solo delusa da questa storia tanto decantata romantica e poetica, ma qui di amore e poesia non ho percepito nulla. Non si possono più sorvolare su alcuni concetti. Non è amore la costrizione, non è amore la non libertà di scelta, non è amore il gesto estremo per attirare l’attenzione e non si può sempre tirare in ballo il destino scritto e far per forza legare due persone che si incontrano per strada.

Ho percepito purtroppo molta tossicità in questa storia, una storia che non rende giustizia al messaggio che avrebbe dovuto essere il fulcro, ovvero quello di cogliere l’attimo e di dire le cose.

Essere due ragazzini pieni di sogni non vuol dire non affrontare i problemi e non prendersi le proprie responsabilità.

Sono consapevole di essere la voce fuori dal coro, in quanto la stragrande maggioranza dei pareri sono più che positivi. Forse sto mettendo per primo il mio pensiero, ne prenderei atto. Non mi voglia male chi lo ha amato, un parere è sempre soggettivi e vanno rispettati.


Pazienza, andrà meglio la prossima volta.


DELUDENTE


Per oggi è tutto.
Grazie per l'attenzione ♥ 
Alla prossima lettura ♥ 

La Cantina dei Libri
Federica




Questo è solo un umile pensiero puramente personale.
Ogni persona è libera di scegliere in piena libertà se leggere o meno il libro in questione, quindi anche essere in accordo o disaccordo con la recensione scritta, 
poiché si ha gusti e pensieri diversi.
I commenti sono ben graditi, purché sia vigile la buona educazione.


Grazie ♥ 

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