martedì 24 ottobre 2017

"Una ragazza bugiarda" di Ali Land




Titolo: UNA RAGAZZA BUGIARDA
Autore: ALI LAND
Newton Compton Editori
Pagine: 301
Prezzo copertina: € 9,90
Prezzo digitale: € 2,99








Un saluto a tutti, cari lettori!

Ogni tanto capita di imbattermi in qualche libro dal genere completamente diverso da quello che sono abituata a leggere.
Infatti, oggi vi vorrei parlare di un thirller. Confesso che sono poco esperta, ma desidero esprimere lo stesso un piccolo pensiero.

TRAMA
Denunciare la propria madre a soli quindici anni può essere straziante.
Dopo quella decisione, la vita di Annie è completamente cambiata. Ora ha un nuovo nome, Milly, e vive insieme alla sua nuova famiglia: Mike, la moglie Saskia e la figlia, Phoebe. Adattarsi ai loro ritmi e alle loro abitudini è molto più complicato di quanto avesse pensato. E il pensiero del processo che si avvicina, nel quale sarà chiamata come testimone, non le dà tregua. Mike, che inizialmente aveva richiesto l’affidamento di Milly sperando di poterla aiutare, è sopraffatto dai suoi impegni di psicoterapeuta. Saskia riesce a malapena a gestire la figlia naturale, e non è in grado di occuparsi anche di quella adottiva. Phoebe ha reagito malissimo all’arrivo di Milly: è sempre di malumore, vorrebbe che se ne andasse e, per rivalsa, comincia a maltrattarla, spalleggiata dalle amiche. Milly si sente isolata e in cerca di sostegno. Avrebbe assoluto bisogno di qualcuno che le desse ascolto: ci sono segreti che riguardano i crimini di sua madre, di cui sa molto di più di quanto non abbia confessato. Eppure nessuno sembra disposto a farlo…

COSA NE PENSO...
All'inizio ho faticato ad entrare nella trama. Ovvio: non mi aspettavo certo un mondo rosa popolato da principi azzurri, però le frasi brevi e molti discorsi indiretti hanno creato un'atmosfera fin troppo fredda e distaccata. Man mano che procedevo, però, sono stata assorbita dalle vicende.

Annie – vero nome di Milly – è una ragazzina di quindici anni costretta a denunciare la madre. Viene affidata ad una famiglia – e mi permetto di dire – alquanto discutibile.
Mike è uno psicologo ed è l'unico personaggio che fa veramente il possibile per aiutare Milly. È sposato con Saskia, una donna di cui si scoprono pochissimi dettagli. Rimane sempre sulle sue, anche se prova a fare qualche gesto gentile verso la nuova arrivata. Ha invece un pessimo rapporto con la figlia biologica, Phoebe, ragazzina viziata e scontrosa che ho odiato sin dalla prima comparsa.

L'autrice è stata bravissima a descrivere il dissidio interiore di Milly: ha denunciato la madre, non vuole essere come lei, ma nonostante questo non riesce a non pensarla.
Il narratore è esterno, dal punto di vista di Milly e scopriamo le vicende al suo passo.
Le cose si fanno molto più interessanti da quando inizia il processo [non è un grande spoiler, non preoccupatevi]. Il ritmo si fa più incalzante, la tensione cresce ad ogni riga e non vedi l'ora di scoprire lo sviluppo.

Il finale?
Il finale mi ha lasciato a bocca aperta. Spiazzata. Non sapevo cosa pensare.
Personalmente è stato un colpo di scena! Forse lo è stato perché, ripeto, il genere thriller è ancora sconosciuto per me, ma quando ho girato l'ultima pagina e ho visto che il libro era finito, quasi non potevo crederci.
L'ho percepito come un finale aperto, perché lascia ancora domande senza risposta.

In conclusione mi sento di dare quattro stelle a questo romanzo (secondo la mia personale scaletta di valutazione), perché mi è piaciuto e mi ha suscitato molte emozioni contrastanti.

IL TITOLO
Da poco ho preso l'abitudine di sbirciare anche il titolo originale.
Quando scopro che la traduzione è stata completamente diversa, faccio la tipica espressione che hanno i professori quando un alunno fa un errore che non avrebbe dovuto fare.
L'originale è Good me, Bad me, che tradotto sarebbe: Brava me, Cattiva me.
Per chi è esperto in questo genere, molto probabilmente non avranno avuto dubbi sul finale, già dalla mal traduzione del titolo.
Quello che mi chiedo è perché storpiare troppo? Comprendo che molte espressioni straniere non si possono tradurre in modo preciso, però quando è possibile, perché non farlo?
Ovviamente non sto criticando il lavoro del traduttore, è solo un piccolo sfogo innocuo! ^_^

Voto finale: 4/5 ★ ★ ★ ★
MI È PIACIUTO

Questo è solo un umile pensiero personale, non necessariamente condiviso.

Saluti

La Cantina dei Libri

Federica

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