giovedì 16 aprile 2020

"Madame Bovary" di Gustave Flaubert | Recensione

foto via Instagram

Madame Bovary
Gustave Flaubert


Feltrinelli
Prezzo copertina: 9,50€



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Perché mai declamare contro le passioni? Non sono forse la sola cosa bella che c'è al mondo, la sorgente dell'eroismo, dell'entusiasmo, della poesia, della musica, delle arti, insomma di ogni cosa?”
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TRAMA
Tutto in Madame Bovary (1857) sembra disporre la scena dove il desiderio ha un luogo insieme all'abisso che lo cancella. Emma Bovary ama come si divora, ama in un'abissale voracità che somiglia a quella di un organismo incapace di assimilare, consuma se stessa e l'oggetto del suo desiderio in un tragico processo di alienazione amorosa, aiutata anche dal marito, Charles, che è tutt'altro che un uomo tranquillo e innocuo, ma un masochista morale di alto lignaggio che, con sadismo perfettamente camuffato, contribuisce in maniera determinante al suicidio della moglie.

COSA NE PENSO…
Il termine bovarismo (atteggiamento psicologico tendente a valorizzare la fantasia e l'istinto fino alla costruzione di una personalità fittizia in contrasto stridente con la realtà) deriva proprio da questo romanzo di cui qualcosa in generale già sapevo, ma ho voluto approfondire nel dettaglio. Non mi soffermo molto sulla trama, perché sinteticamente riguarda la vita di una donna con una sfera emotiva particolare che porta avanti la sua vita tra sogni ad occhi aperti e amori non del tutto corrisposti; mi soffermerò principalmente sui personaggi.

Emma è una donna che ama in modo profondo, viscerale e si lascia trasportare da questa onda sentimentale senza porre alcuna resistenza. Da quello che si capisce leggendo la storia non ha amici con cui confidarsi, è sempre stata chiusa nell'ambito casalingo e gli unici hobby che più o meno coltiva sono la lettura e il pianoforte. All'inizio ama Charles, ma presto questo sentimento si affievolisce, per poi indirizzarlo verso altri due uomini che diventeranno a loro tempo amanti di nascosto.

Emma è sola, lasciata in balia della sua mente, non riceve il giusto aiuto e nel momento in cui scorge una novità interessante nella vita reale – paragonandola alle letture dei romanzi che legge – ci si butta a capofitto. È avida di piacere, di cose nuove e stuzzicanti, perché è sempre stata chiusa a causa della condizione di donna che si trova a vivere in quel periodo. Emma sbaglia molte cose, è vero, ma non ha tutte le colpe. I suoi comportamenti possono essere frutto – da come dicevo prima – da un mancato insegnamento alla vita e dagli aiuti efficaci. Questo fa di Emma un personaggio da prendere in considerazione nell'insieme di tutte le sfaccettature che la compongono. Non è né un personaggio da compatire, né da incolpare di tutto. Sembra vivere in un mondo tutto suo, non ha la capacità di mettere i piedi per terra e guardare in faccia la realtà e le figure maschili altrettanto ambigue che la circondano non l'aiutano.
I due amanti, Rodolphe e Léon, tanto pronti a soddisfare i loro desideri, ma capaci solo di svignarsela nel momento in cui Emma chiede aiuto, interpretando il ruolo della tipica persona che promette parole illusorie.
Infine Charles, il marito medico discreto nel suo lavoro, ma cieco e ingenuo davanti ai dolori della moglie. I coniugi non si parlano apertamente, agiscono di nascosto, mandando avanti un rapporto instabile e falso. Charles sapeva delle scappatelle della moglie ben prima di avere la conferma delle lettere; eppure, perché non ne ha mai parlato?
Nessun personaggio si parla per davvero, portano avanti un rapporto che fa acqua da tutte le parti.
Altro personaggio da non prendere sotto gamba: Justin, l'aiutante del farmacista. Lui sa, vede, ma non ha il coraggio di reagire e tace.

Quindi: Emma è troppo dipendente dai sentimenti, non ha una struttura salda della personalità, si comporta da immatura e spesso risulta fastidiosa. Ha le sue colpe (come tutti gli altri personaggi), ma bisogna prendere in considerazione più aspetti – che non giustificano le sue gesta, ma servono a non incolparla del tutto.
La colpa più grande di Emma è quella di amare troppo e per amore degli altri annulla sé stessa, rendendola priva di difese.

Quello che mi porta ad assegnare al romanzo un voto nella media è per lo stile di scrittura. Flaubert è prolisso su tanti dettagli e si dilunga in scene che non portano a niente nel fine della storia. Questo rallenta molto il ritmo di lettura che si protrae verso la fine con poche fatiche.

Volgendo al termine, dico che Madame Bovary è un classico che suscita molte riflessioni e pensieri contrastanti. So bene che spesso ho scritto pensieri contraddittori, ma è proprio perché il personaggio di Emma mi ha mandato un po' in crisi per i vari aspetti da tenere presente.

La mia parte razionale dice che Emma aveva semplicemente bisogno del giusto aiuto e non avrebbe poi compiuto quel gesto estremo alla fine. Mentre la mia parte sentimentale dice che quando si tratta di sentimenti forti, come spesso si presenta l'amore passionale, è facile giudicare i comportamenti di qualcuno dall'esterno, ma quando si è in prima persona a vivere una determinata situazione non si ha la mente lucida per far chiarezza e ragionare razionalmente.


VOTO FINALE
3/5
⭐⭐⭐
BUONO



Per oggi è tutto.
Grazie per l'attenzione ♥ 
Alla prossima.
Saluti ♥ 

La Cantina dei Libri
Federica




Questo è solo un umile pensiero puramente personale, non necessariamente condiviso.
A prescindere dal voto finale consiglio sempre la lettura di tutti i libri, perché ogni persona ha gusti e pensieri diversi.
I commenti sono ben graditi, purché sia vigile la buona educazione.

Grazie ♥ 

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