martedì 28 luglio 2020

“Il giorno della civetta”, di Leonardo Sciascia | Recensione

foto via Instagram

 


Si sentirono due colpi squarciati: l'uomo vestito

 di scuro, che stava per salire sul predellino,

 restò un attimo sospeso, come tirato su per i

 capelli da una mano invisibile; gli cadde la

 cartella di mano e sulla cartella lentamente si

 afflosciò.”



 



 

Il giorno della civetta

Leonardo Sciascia


Gli Adelphi

prezzo copertina: 10,00€


♦♦♦♦♦


TRAMA

Di questo romanzo breve sulla mafia, apparso per la prima volta nel 1961, ha scritto Leonardo Sciascia: "... ho impiegato addirittura un anno, da un'estate all'altra, per far più corto questo racconto. Ma il risultato cui questo mio lavoro di 'cavare' voleva giungere era rivolto più che a dare misura, essenzialità e ritmo, al racconto, a parare le eventuali e possibili intolleranze di coloro che dalla mia rappresentazione potessero ritenersi, più o meno direttamente, colpiti. Perché in Italia, si sa, non si può scherzare né coi santi né coi fanti: e figuriamoci se, invece che scherzare, si vuole fare sul serio".


COSA NE PENSO

Il romanzo si apre con l'omicidio di Salvatore Colasberna, un imprenditore di un'impresa edilizia. È stato ucciso davanti a molti testimoni, ma il senso di paura li spinge a rimanere zitti e proseguire nella loro vita, perché in fondo sanno che non sono affari su cui impicciarsi. In un paese dove tutti si conoscono, in questa circostanza si tace.

Quando i carabinieri arrivano nel luogo del delitto fanno di tutto per raccogliere informazioni. Solo in un secondo momento il venditore di panelle si ricorda di aver sentito due spari provenire da via Cavour, stessa via dove abita Paolo Nicolosi, la cui moglie ne denuncia la scomparsa. Per il carabiniere è una strana coincidenza. La moglie durante la denuncia pronunciai un nome – o meglio, un soprannome – che aveva sentito farfugliare dal marito prima di non vederlo mai più. Chi si nasconde dietro questo nome? È utile per le indagini o è solo una valsa pista?

Da qui iniziano le indagini anche per un altro omicidio, si scoprono collegamenti tra diversi personaggi che vengono menzionati nel corso dello svolgimento, il legame che li accomuna tra politica e affari personali e si scoprirà chi farà il doppio gioco.

Per quanto sia relativamente breve il romanzo è molto intenso. Lo stile di scrittura è caratterizzato da modi di dire e soprannomi tipici siciliani, quindi bisogna prestare molta attenzione alle varie menzioni.

Il narratore esterno offre spazio a quasi tutti i personaggi che si incontrano durante lo svolgimento, affinché ognuno abbia il suo spazio per esprimersi.

Le dinamiche hanno un ritmo molto calzante e il lettore fatica a staccarsi dalle pagine perché vuole arrivare fino in fondo.


Questo è definito il primo e il più grande tra tutti i romanzi che raccontano la mafia e nonostante non abbia termini di paragone, devo riconoscere che in queste poco più di un centinaio di pagine si racchiude perfettamente l'intricato meccanismo della mafia. Ognuno pensa di salvarsi la pelle a modo proprio, senza sentirsi dalla parte del torto. Si riesce a scappare nonostante le prove evidenti, perché la corruzione e gli affari interni sono parti integranti delle faccende.


Ho avuto un po' di difficoltà iniziale a immedesimarmi nella trama, ma man mano che proseguivo il racconto si faceva sempre più vivo e intricato. Negli anni dove le persone cercano di tutto per vivere e risolversi le dispute da soli – perché lo Stato non è molto presente – Sciascia ci offre un breve ma importante quadro generale dei vari meccanismi. 



VOTO FINALE
4/5
⭐⭐⭐⭐ 
BELLO



Per oggi è tutto.
Grazie per l'attenzione ♥ 
Alla prossima.
Saluti ♥ 

La Cantina dei Libri
Federica




Questo è solo un umile pensiero puramente personale, non necessariamente condiviso.
A prescindere dal voto finale consiglio sempre la lettura di tutti i libri, perché ogni persona ha gusti e pensieri diversi.
I commenti sono ben graditi, purché sia vigile la buona educazione.


Grazie ♥ 

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