mercoledì 9 febbraio 2022

"Questa sera è già domani" di Lia Levi

foto via Instagram



Questa sera è già domani

Lia Levi


edizioni e/o

prezzo copertina: 16,50€



♦♦♦♦♦


L’inferno ha parecchi gradini, ma sempre di inferno si tratta.”


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TRAMA


Nel 1938 si riuniscono 32 Paesi per affrontare il problema degli ebrei in fuga da Germania e Austria. Molte belle parole ma in pratica nessuno li vuole. Una sorprendente analogia con il dramma dei rifugiati ai nostri giorni.

Nello stesso anno 1938 vengono promulgate in Italia le infami Leggi Razziali. Come e con quali spinte interiori il singolo uomo reagisce ai colpi nefasti della Storia? Ci sarà qualcuno disposto a ribellarsi di fronte ai tanti spietati sbarramenti?

In questo nuovo emozionante romanzo Lia Levi torna ad affrontare con particolare tensione narrativa i temi ancora brucianti di un nostro tragico passato.


Genova. Una famiglia ebraica negli anni delle leggi razziali. Un figlio genio mancato, una madre delusa e rancorosa, un padre saggio ma non abbastanza determinato, un nonno bizzarro, zii incombenti, cugini che scompaiono e riappaiono. Quanto possono incidere i risvolti personali nel momento in cui è la storia a sottoporti i suoi inesorabili dilemmi? È possibile desiderare di restare comunque nella terra dove ci sono le tue radici o è urgente fuggire? Se sì, dove? Esisterà un paese realmente disponibile all’accoglienza? Alla tragedia che muove dall’alto i fili dei diversi destini si vengono a intrecciare i dubbi, le passioni, le debolezze, gli slanci e i tradimenti dell’eterno dispiegarsi della commedia umana


RECENSIONE


La famiglia Rimov vive a Genova. Il padre ha origine belga, ma ha un passaporto inglese. La moglie Emilia e il figlio Alessandro invece sono italiani. L’origine e la religione ebraica non erano di vitale importanza fino all’arrivo delle Leggi Razziali nel 1938 anche in Italia.

Il padre Marc si vede revocare la licenza del suo negozio e per tutti gli ebrei la vita diventerà un’ardua prova di sopravvivenza. Si cerca di scappare soprattutto per vie illegali, perchè gli aiuti non arrivano, ma gli ostacoli risultano davvero di grande intralcio.


Inizia così una successione di fughe, cercando di deviare i nemici, aggrappandosi ad amici, conoscenti e parenti per andare il più lontano possibile da Genova. Marc confida in quel suo passaporto inglese, mentre la moglie sembra non rendersi conto della gravità della situazione. Alessandro festeggia il bar mitzvah e a soli 13 anni si ritrova a vivere una cruda realtà. Si sente spaesato, ha un brutto rapporto con la madre e non sa come reagire. Inoltre, è alle prese con i primi sentimenti amorosi e non sa come gestirli. È da sempre considerato un genio che gli ha fatto saltare qualche anno scolastico per frequentare prima il ginnasio, ma gli eventi della Storia lo porteranno alla confusione interiore dove nemmeno tutta l’intelligenza di cui è in possesso riuscirà a dargli pace.


I personaggi sono tanti, tra cui gli zii Osvaldo e Wanda che aiutano la famiglia Rimov a scappare, Sabatino Nunes e Gemma che li ospitano nella campagna marchigiana, il nonno Luigi fermo nelle sue convinzioni, Fausto un cugino fuggiasco e moltissimi altri tra parenti e amici che si aiutano a vicenda per cercare di scappare e uscirne vivi. Ci sono anche nemici che si rivelano aiutanti preziosi che trasmettono quel senso di speranza che aiuta ad andare avanti.


Lo stile di scrittura è molto semplice, ma lo sviluppo a volte risulta un po' contorto e frettoloso. Ci sono molti personaggi, spesso solo delle comparse, che potrebbero creare un po' di confusione, visto che non vengono tanto approfonditi. Inoltre, il tempo narrativo copre parecchi anni, ma i personaggi sembrano rimanere statici, convinti nelle loro idee e fermi con i sentimenti. Solo Alessandro ha qualche momento di spicco, ma in generale rimane tutto un po' spento a livello emozionale.

La lettura procede all’inizio un po' lenta, ma dopo la metà il ritmo si fa più incalzante.


Si percepisce la confusione e la voglia di fuggire nonostante i numerosi pericoli e ostacoli, perché è difficile sapere con certezza di chi ci si può fidare. Le risorse sono limitate, tutti loro cercano di arrangiarsi con quello che possono e i momenti di tensione sono tanti, ma nonostante questo chi legge non si sente del tutto coinvolto con lo sviluppo.


Per il finale...

Da un lato è un finale apprezzato, perché la famiglia raggiunge finalmente dopo innumerevoli ostacoli l’obbiettivo prefissato, mandando così un ulteriore messaggio di speranza, ma è comunque troncato a metà. Per tutti gli altri personaggi non si sa più nulla e per la famiglia protagonista sorgono molte domande, perché si vorrebbe sapere cosa succede dopo.


È un romanzo ispirato a una storia realmente accaduta, ma rivisitata per mettere in scena un esempio di quello che è successo in uno dei più bui periodi della nostra Storia e sembra impossibile pensare anche a un solo spiraglio di speranza. Eppure è successo.


Avevo aspettative molto alte e forse questo ha compromesso la lettura.

Non sono riuscita a empatizzare con nessun personaggio, eppure ho percepito la confusione, la tristezza e l’ingiustizia di quegli anni. Ci sono momenti in cui la tensione è palpabile, mentre altri passano quasi inosservati.

Alcune dinamiche, come per esempio il rapporto tra Alessandro e la madre, e le vicende degli zii Osvaldo e Wanda – che sono personaggi secondari, ma di importanza - non vengono approfondite e questo fa perdere un po' di punti al romanzo.


È una buona lettura, ma non mi ha fatta emozionare come pensavo.



VOTO FINALE

3/5

⭐⭐⭐

BUONO




Per oggi è tutto.
Grazie per l'attenzione ♥ 
Alla prossima.
Saluti e buona lettura ♥ 

La Cantina dei Libri
Federica




Questo è solo un umile pensiero puramente personale, non necessariamente condiviso.
A prescindere dal voto finale consiglio sempre la lettura di tutti i libri, perché ogni persona ha gusti e pensieri diversi.
I commenti sono ben graditi, purché sia vigile la buona educazione.


Grazie ♥ 

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