mercoledì 15 giugno 2022

"Tess dei d'Urberville" di Thomas Hardy | Recensione

foto via Intagram


Tess dei d’Urberville

Thomas Hardy


Feltrinelli

prezzo copertina: 10,00€

numero pagine: 525



John Durbeyfield scopre grazie al parroco Tringham di essere un lontano discendente di una famiglia illustre, quella dei d’Urberville. Essendo sull’orlo della povertà, ordina alla figlia Tess di rivendicare questa parentela, spinto per lo più dall’orgoglio e dalla sete di denaro. Tess obbedisce e si reca quindi da questa famiglia, dove conosce Alec, un ragazzo tanto attraente quanto meschino. Tess inizia a lavorare al pollaio della signora d’Urberville e nel frattempo tra la ragazza e Alec cresce un sentimento incerto. Lui la seduce, la illude senza pudore per poi abbandonarla. Tess ritorna quindi a casa con l’idea di non volerlo più vedere. Prende servizio in una latteria lontana dal suo paese e conosce Angel, un ragazzo molto dolce, timido che aveva già incontrato di sfuggita tanti anni prima a una festa in paese. Tra i due nasce un sentimento sincero, quasi tutte le altre compagne di lavoro la invidiano. I due si sposano, ma alla prima notte di nozze si confessano uno il passato dell’altro, il ritmo si spezza, la coppia entra in crisi e ritornerà in scena Alec.


Tess è la rappresentazione della ragazza ingenua e fragile del periodo vittoriano. Il suo animo ribelle viene costantemente messo a tacere dalla morale del tempo. In fondo Tess sente che non è la vita che vorrebbe, ma qualcosa la blocca sempre e finisce per essere trattata come un giocattolo dalle persone, soprattutto dagli uomini.

Alec incarna la tentazione, lo scandalo, di cui solo lei dovrà subire le conseguenze. Inoltre, chi legge viene a sapere subito della sua più grande menzogna, mentre Tess lo scoprirà più tardi.

Angel, invece, è la parte buona e gentile, eppure anche lui rivelerà la sua vera natura nel corso del racconto.

Tess quindi si lascia trasportare dai sentimenti, non ha potere decisionale anche se è determinata a rimediare ogni situazione abituata obbedire e a rispettare le regole del tempo si rimbocca le maniche e lavora.


Il finale è un colpo di scena: non ci si aspetta un gesto così folle da parte della protagonista, presa ormai l’abitudine di averla delineata come accondiscendente, operosa e timida. In un attimo prende coscienza, come se si fosse risvegliata da un sonno profondo e scatena la sua rabbia. L’immagine che si crea è molto evocativa e mette in pace – in modo drastico – l’animo di Tess, l’unica persona ad aver subito ingiustizie sociali.



Thomas Hardy scrive una storia la cui protagonista è portata quasi alla pazzia per l’amore illusorio e pessimista che vive. Lui stesso criticava l’ipocrisia e il moralismo vittoriano. Secondo lui, l’umanità non ha potere sulle sue azioni e quindi è destinata a cadere in forze misteriose, infelici e fallimentari. Non pensa che Tess sia una donna perduta, bensì innocente e sfortunatamente caduta in una serie di disgrazie sentimentali e moraliste. Da un lato è attirata dalla forza di Alec che la invaghisce in un rapporto più passionale; dall’altro lato c’è Angel con un legame più spirituale, ma anche a lui sono stati inculcati valori immorali del tempo.


Lo stile di scrittura ha diversi livelli, in quanto è molto dettagliato nel descrivere la natura e le attività campagnole (come per esempio la mungitura e il lavoro nei campi), quasi aulico con i personaggi di ceto medio/alto e povero nei dialoghi tra i personaggi di ceto minore.

Il punto di vista è esterno e onnisciente. La voce narrante si limita a esporre la storia, portando qualche anticipazione e riflessione, pur rimanendo sempre neutro.


Tess dei d’Urberville divide il pubblico, in quanto ci sono persone che la amano e chi non la capisce. La scrittura è molto ricercata, il ritmo abbastanza lento e Tess, per quanto sia la protagonista, non ha spazio per esprimersi veramente. È un personaggio la cui vita si abbatte duramente costringendola a subire abusi, cattiverie e ingiustizie. 

Se proiettato ai giorni nostri, le vicende sono al limite della crudeltà, dell’ipocrisia e dell’ingiustizia – e lo sono! -, ma come già accennato è sempre meglio contestualizzare il tutto: epoca e mentalità, traendo così una sorta di denuncia per la condizione sociale del tempo, prestando più attenzione a quella femminile.



VOTO FINALE

4/5

⭐⭐⭐⭐

BELLO



Per oggi è tutto.
Grazie per l'attenzione ♥ 
Alla prossima.
Saluti e buona lettura ♥ 

La Cantina dei Libri
Federica




Questo è solo un umile pensiero puramente personale, non necessariamente condiviso.
A prescindere dal voto finale consiglio sempre la lettura di tutti i libri, perché ogni persona ha gusti e pensieri diversi.
I commenti sono ben graditi, purché sia vigile la buona educazione.



Grazie ♥ 

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