martedì 11 luglio 2023

"Il mio anno di riposo e oblio" di Ottessa Moshfegh | Recensione

foto via Instagram

Il mio anno di riposo e oblio

Ottessa Moshfegh


Feltrinelli

Edizione Economica Feltrinelli


prezzo copertina: 10,00€


Traduzione di Gioia Guerzoni






"Non so indicare un evento specifico che mi aveva portato alla decisione di andare in letargo. All’inizio volevo solo un po’ di calmanti per cancellare pensieri e giudizi perché con la loro raffica continua facevo fatica a non odiare tutti e tutto. Pensavo che la vita sarebbe stata più tollerabile se il mio cervello fosse stato più lento nel condannare il mondo che mi circondava."



RECENSIONE


Siamo a New York, inizi 2000 dove una giovane ragazza privilegiata gode di una vita perfetta.

In apparenza.

La protagonista, infatti, sente un vuoto inspiegabile dentro di sé ed è convinta che solo un lungo sonno potrà giovarle. Si licenzia dal lavoro, assume qualsiasi farmaco grazie alla peggior psichiatra del mondo e organizza tutto per cadere nel suo anno di riposo e oblio al fine di risvegliarsi rinata.

Nel corso della narrazione emergono alcuni dettagli utili per capire il senso di vuoto che la ragazza percepisce. Lei (non viene mai menzionato il nome) è orfana dei genitori, entrambi sono lutti non elaborati, ha un ex ragazzo alquanto problematico e un’amica a cui non manifesta sentimenti. Quello che le manca è anche del genuino e sano amore e il fatto poi che l’autrice non menzioni mai in modo esplicito la depressione, ma lo fa capire con i fatti rende la lettura più interessante.


Lo stile di scrittura è diretto, cinico, non lascia spazio ai sentimentalismi e non si perde in giri di parole inutili. Il ritmo è un po' lento all’inizio per poi prendere anche troppa quota verso la fine.


Questa storia non ha lo scopo di istigare all’abuso di farmaci, in quanto ne vengono menzionati molti e tanto meno di screditare la depressione. Questa è una storia di come una ragazza afflitta moralmente desidera risollevarsi trovando nel sonno la soluzione migliore ai suoi problemi.

C’è chi viaggia, chi agisce subito, chi necessita di un periodo di paura per poter affrontare il problema, risolverlo, prendere consapevolezza e ritornare a vivere nel miglior modo possibile.

Qui la protagonista vuole solo dormire e anche per questo lei è in grado di far suscitare in chi legge sentimenti contrastanti. È difficile empatizzare con lei, ma lo è altrettanto rimanere passivi nei suoi confronti. È vittima e carnefice, è determinata e inetta, è presente e assente, tutto allo stesso tempo.

Non è da biasimare, è semplicemente una persona che compie una scelta (anche se senza dubbio con un supporto più adeguato sarebbe stata tutta un’altra storia). È da tenere ben a mente, inoltre, il fatto che vedere una situazione dall’esterno non è la stessa cosa di viverla e ogni persona ha reazioni diverse. La capacità di essere lucidi in determinate situazioni è sempre soggettiva


Il finale triste, aperto e di personale interpretazione chiude un romanzo cupo, crudo, ma anche contraddittorio e coinvolge chi legge in una scia di riflessioni su temi ostici da affrontare, come la solitudine e la disperazione.



Questo è il primo libro che leggo di Ottessa Moshfegh e forse ho già capito come inquadrare sia il suo stile sia dove vuole andare a parare. Leggerò sicuramente altro di suo per aver un quadro abbastanza completo su questa scrittrice provocatrice, diretta, contraddittoria ma fonte di importanti riflessioni.



VOTO FINALE

3/5

⭐⭐⭐

BUONO



Per oggi è tutto.
Grazie per l'attenzione ♥ 
Alla prossima.
Saluti e buona lettura ♥ 

La Cantina dei Libri
Federica




Questo è solo un umile pensiero puramente personale, non necessariamente condiviso.
A prescindere dal voto finale consiglio sempre la lettura di tutti i libri, perché ogni persona ha gusti e pensieri diversi.
I commenti sono ben graditi, purché sia vigile la buona educazione.



Grazie ♥ 

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