giovedì 20 aprile 2023

"Biglietto blu" di Sophie Mackintosh | Recensione

foto via Instagram


Biglietto blu

Sophie Mackintosh


Einaudi


prezzo copertina: 19,50€


Traduzione a cura di Norman Gobetti





Sapevo che, come colore, il blu era un concetto relativamente nuovo, che per molto tempo non l’avevamo riconosciuto né visto, che la sensibilità del colore maturava a poco a poco, e che anche essere incinta era un po' così. Nel mondo c’era stato qualcosa che prima i miei occhi non coglievano, e adesso invece era dappertutto. E non avrei voluto vederlo, non avrei voluto che la mia percezione venisse così alterata. Non avrei voluto sapere che ogni cosa stava cercando di uccidermi. Strano, essere così profondamente vulnerabile.”




 ♦ RECENSIONE


Quando una ragazza inizia ad avere il ciclo mestruale viene condotta in un edificio dove si esegue la Lotteria. Qui deve estrarre un biglietto e a seconda del colore la sua vita è decisa.

Biglietto bianco: destino di vita coniugale e materna.

Biglietto blu: tutto il resto, ma con il divieto assoluto di avere figli.

La protagonista Calla pesca il biglietto blu e all’inizio lo conserva dentro al medaglione con fierezza.

Ma il tempo passa e in lei qualcosa non va come auspicato.


Calla non è più una ragazzina, ora è adulta con un lavoro stabile e una routine ben precisa, ma da un po' di tempo prova una smania incontrollabile di avere un figlio. Si agita vedendo carrozzine con dentro paffuti neonati e guarda il suo biglietto blu con disprezzo. Si frequenta con un uomo al fine solo di rimanere incinta, ben consapevole che per lei questa strada è proibita.

Durante la consueta visita dal dottore si scopre la gravidanza illegale e lo stesso medico propone due alternative: lui può porre fine a questa situazione seduta stante e non se ne parlerà più, oppure la paziente dovrà scappare. Calla non vuole sentire ragioni. Così un giorno le viene consegnato un kit di sopravvivenza base e dodici ore di vantaggio per fuggire dagli emissari che si metteranno alla sua ricerca per riportarla indietro e chissà con quali conseguenze.

Calla non esita, prende il kit e si lascia questa vita alle spalle dando inizio alla fuga che la metterà a dura prova.



Voglio essere onesta, questo libro mi ha lasciata con un giudizio a metà, quasi perplessa, ma cercherò di andare con ordine.


Lo stile di scrittura è a dir poco freddo, scarno, diretto, brutale e i dialoghi non sono segnati dalla punteggiatura. I capitoli sono brevi e la narrazione è scandita da paragrafi all’inizio di tre o quattro righe poi un po' più articolati.

Il punto di vista è interno di Calla che è un personaggio un po' difficile da inquadrare per bene, perché ha diverse sfaccettature opposte che la contraddistinguono.

Lei è una delle tante pedine di questo mondo che segue le regole imposte, fino a quando inizia ad avere dubbi su qualsiasi cosa, soprattutto sulla sua sorte e si ribella assecondando quella che è la sua volontà. Per lei una gravidanza è proibita, eppure la cerca, perché è quello che ha scelto.

Calla è di poche parole, insicura e con difficoltà cerca di svincolarsi da tutto quello che le è stato imposto da sempre. Eppure è anche impulsiva, brutale e le sue parole sono taglienti. Durante la fuga conosce altre donne nella sua stessa situazione, ma imparerà anche a conoscere diversi punti di vista di uno stesso argomento.

Calla è contraddittoria, spesso non si capisce il motivo di un determinato gesto e la modalità di narrazione non facilita il compito, in quanto è schietta, diretta e non lascia spazio ai sentimenti.

La protagonista è un connubio di opposti ma non è tanto diversa da noi. È un esempio per far capire che una caratteristica non per forza ne cancella una contraria.


Una grande falla di questo libro è senza dubbio la mancanza di un contesto sociale e ambientale. La narrazione inizia in medias res, quindi nel bel mezzo dell’azione e non viene data nessuna informazione su chi comanda, come funzionano i meccanismi, perché sono così, quali potrebbero essere le conseguenze, chi controlla. Nulla.

Si sa che alle ragazze viene assegnato il biglietto del colore predestinato e si accenna a delle prove di sopravvivenza, ma niente di più. Dopo la Lotteria non hanno più contatti con i genitori, non hanno amici e vengono lasciate in balia della sorte. Ma perché succede questo?

Inoltre, sono accennati spesso gli emissari che si deduce siano una specie di polizia e il Confine, dove si dice ci sia il libero arbitrio e non esista nessuna Lotteria.

Ma quindi, è solo questo posto dove c’è questo esperimento? Com’è il mondo in questione?

Nessuna spiegazione.

Anche il ruolo degli uomini è molto ambiguo. Loro sono menzionati solo attraverso l’iniziale del nome, ma non si sa se devono anche loro rispettare delle regole oppure sono completamente liberi. Probabilmente questo è voluto per dare spazio solo alla figura della donna.

Si deduce che Calla viva in una sorta di regime quasi dispotico, fortemente patriarcale, ingiusto e che lei sia una sorta di immagine di ribellione per andare contro a quello che le è stato imposto da altri.

Scegliere. Lei vuole sceglie da sé quello che vorrebbe nella vita. Se una donna vuole avere figli, sposarsi, lavorare, amare chi vuole, o tutto insieme, deve essere libera di scegliere.


Biglietto blu è una sorta di manifesto per far riflettere su come l’imposizione esterna porti solo a conseguenze negative. È una voce di ribellione contro gli stereotipi ed esorta a pensare con la propria testa, ascoltare il proprio istinto e agire a qualunque costo.


Ed è qui che entra in gioco la mia perplessità.

Da un lato mi è piaciuta la determinazione della protagonista a ribellarsi contro questo sistema ed è interessante vedere come in situazione di totale disperazione lei agisca, ma d’altro canto non si può certo sorvolare sulla totale assenza di approfondimento del contesto.

Ci sono più domande che risposte, tutto risulta a volte semplificato e capisco le critiche negative sollevate da chi lo ha letto, ma se ci si concentra sul concetto di libera scelta che devono avere le persone - in questo caso le donne - offre molti spunti di riflessione.


Calla è intenzionata a raggiungere il Confine, durante l’evasione incontra anche altre donne e con una in particolare il legame che nasce è forte, ma non mancano gli ostacoli e i tradimenti. È un cammino che la porterà a raggiungere una certa consapevolezza del mondo e di tutto ciò che la circonda, senza perdere di vista il suo scopo.

Sul finale Calla dovrà compiere una straziante scelta e la conclusione rimane aperta alla libera interpretazione di chi legge, anche se è intuibile l'intenzione della donna.


Quindi, in conclusione i piatti della bilancia dei pro e dei contro sono pari: ottimo spunto di riflessione sul ruolo della donna e sulla sua libertà, ma manca tutta la parte strutturale di contesto che fa perdere punti nel complesso.

È un libro che vale la pena di essere letto? Personalmente penso di sì, però avendo bene a mente le premesse iniziali e lo scopo del romanzo.



VOTO FINALE

3/5

⭐⭐⭐

BUONO

(con riserva)



P.S. interessante anche il ruolo dei colori e la loro connotazione: blu-serenità; bianco-purezza, grigio-opacità, rosso-sangue, arancione-pericolo, giallo-malattia, verde-natura.

Leggerò sicuramente altro dell’autrice, perché credo di aver capito le sue intenzioni e il suo stile. 



Per oggi è tutto.
Grazie per l'attenzione ♥ 
Alla prossima.
Saluti e buona lettura ♥ 

La Cantina dei Libri
Federica




Questo è solo un umile pensiero puramente personale, non necessariamente condiviso.
A prescindere dal voto finale consiglio sempre la lettura di tutti i libri, perché ogni persona ha gusti e pensieri diversi.
I commenti sono ben graditi, purché sia vigile la buona educazione.



Grazie ♥ 

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